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Lo studio del pianoforte - Considerazioni generali

Lo studio del pianoforte

Considerazioni generali

L'acquisizione della tecnica pianistica è un argomento quanto mai delicato e fondamentale per tutti gli aspiranti pianisti. Fin qui nulla di nuovo.

Ma come si fa per raggiungere una tecnica trascendentale, che consenta di superare tutte le difficoltà proposte dalla vastissima letteratura pianistica esistente?

In questa sezione descriverò passo per passo le mie conquiste quitidiane, cercando di spiegare come via via affronto e risolvo i vari problemi legati alla tecnica pianistica.

Essendo questa una materia molto vasta, va assimilata pian piano, senza fretta, dando tempo al proprio fisico, inteso come apparato motorio braccia-polsi, dita, di abituarsi progressivamente alla fatica e a svolgere compiti sempre più impegnativi.

Mai come nel pianismo la fretta è cattiva alleata. Le doti più importanti che bisogna mettere in campo sono, oltre ovviamente alla passione, la calma, la fiducia in sé stessi, e la pazienza. Senza una buona dose di questi aspetti del carattere umano non si va da nessuna parte, nel pianoforte come in tante altre discipline che richiedono molto impegno.

Ho suddiviso la sezione della tecnica pianistica in varie parti, dedicando una pagina ai problemi tecnici più importanti nei quali ci si imbatterà durante lo studio del pianoforte. Indicativamente, la formazione tecnica di un pianista avviene per la maggior parte fino al 7-8 corso di conservatorio, dopo si tratta di migliorare, affinare, e mantenersi, ma tutte le principali difficoltà si dovrebbero esser già assimilate.

La prima parte dello studio della tecnica al pianoforte si concentra sull'impostazione di base, intesa come posizione alla tastiera, sui primi movimenti (essenzialmente quasi solo delle dita) e sull'equilibrio di tutto l'apparato motorio (uso del peso) per creare un approccio corretto all strumento. Rientrano in questa fase tutti gli esercizi per l'indipendenza delle dita, lo studio delle scale e dei primi, semplici arpeggi.

La seconda parte dello studio, che si inizia verso il 4-5 anno di conservatorio, si concentra molto di più nello sviluppo della tecnica della rotazione del polso, per poter eseguire terze, seste, ottave e gli arpeggi più complessi.

Inutile dire che l'edificio pianistico va costruito inserendo i mattoni al posto giusto, nella maniera più salda possibile e con i tempi corretti. Non è possibile affrontare lo studio degli arpeggi senza padroneggiare sufficientemente la tecnica delle scale così come non è possibile costruire una casa partendo dal tetto.