Lo studio delle scale costituisce il primo vero scoglio tecnico da superare una volta impadronitisi della posizione della mano. La difficoltà dell'esecuzione della scala risiede nel saper controllare l'uguaglianza delle singole note che la compongono alla maggior velocità possibile.
E ciò ovviamente non si acquisisce da un giorno all'altro.
Il primo passo dello studio delle scale (ed è anche il problema più spinoso) consiste nel passaggio del pollice, che riesce particolarmente difficile quando la scala è ascendente ed eseguita con la mano destra e, analogamente, quando è discendente ed eseguita con la mano sinistra. Questo perché il pollice va ad eseguire un movimento parallelo alla tastiera (cosa tutto sommato a lui abbastanza congeniale), ma deve successivamente premere un tasto che fungerà fa fulcro rotatorio dell'intera mano (cosa decisamente antifisiologica).
Nella perfezione di questo meccanismo risiede il segreto della scala eseguita bene.
Spesso infatti si ascoltano scale "zoppicanti", in cui una nota (spesso quella suonata dal pollice, o quelle immediatamente adiacenti) è più lunga, più corta e/o più forte delle altre.
Si rendono dunque necessari alcuni esercizi preparatori al passaggio del pollice che insistano su questo meccanismo in modo adeguato.
Successivamente si inizierà lo studio della scala, partendo da quella fisiologicamente più semplice. E qui val la pena spendere due parole in più. Per fisiologicamente semplice intendo una scala che permetta alla mano di assumere una posizione più vicina possibile a quella di naturale rilassamento. E' perciò estremamente fuorviante iniziare dal Do maggiore, in quanto il passaggio del pollice risulta più difficile che in altre. Il mio consiglio è di iniziare da scale come il Si maggiore per la mano destra o il Re bemolle maggiore per la mano sinistra, che anche se prevedono molti accidenti e l'impiego dei tasti neri, assicurano una posizione molto più comoda per garantire scorrevolezza alla mano.
Si potrà in seguito avventurarsi con scale più ardue, come ad esempio Do maggiore e Fa maggiore (quest'ultima tutt'altro che semplice per via dello scomodissimo si bemolle da eseguirsi con il quarto dito nella mano destra).
Si inizierà dunque lo studio delle scale nell'estensione di due ottave, per poi passare a 3 e a 4 via via che ci si sarà impadroniti del meccanismo.
Lo studio passerà poi inevitabilmente per le scale a moto contrario, ossia con le mani che si muovono specularmente tra loro. Particolare attenzione va prestata alla posizione di massima apertura delle braccia in quanto spesso è difficile mantenere la sincronia della percussione dei tasti in questo frangente.
Si procederà poi con lo studio delle scale a distanza di una terza e di una sesta.
Una volta dominato il meccanismo, il lavoro di studio sulle scale non è certo finito. Anzi, è ora l'orecchio che svolge la parte più importante nella verifica della scorrevolezza dei suoni che si susseguono.
Sarà molto utile eseguire le scale lentamente e con forza, controllando di avere sempre un ottimo appoggio di tutto il peso del braccio sul dito che suona, così come velocemente, pianissimo, e alternando varianti ritmiche.
Un ultimo studio sulle scale, oggi forse troppo trascurato è la possibilità di applicarvi le indicazioni di dinamica. E' infatti utilissimo provare crescendo e diminuendo nell'estensione della scala che si esegue, sforzati ogni 2-3-4-5 o 6 note, alternare note staccate e legate. Ciò garantirà enormi risultati tecnici ben oltre l'acquisizione del meccanismo della scala e manterrà vivo l'interesse durante lo studio.