La voluta altezza di suono di una data corda è determinata dal giusto rapporto tra lunghezza, peso e tensione. Tale nozione è già insita nella fattura delle "canne sonore". Ne risulta subito la necessità di speciali tecniche, atte a realizzare la giusta tensione delle corde. Nella "canna sonora" bastava regolare le dimensioni dei due piccoli elementi posti alle sue due estremità.
Un ulteriore gradino nell'evoluzione di queste tecniche è rappresentato dall'introduzione di "viti di tenisione" a rotazione, o caviglie, generalmente di legno, come di legno sono tuttora, in genere, i "piroli", o caviglie, per l'accordatura degli strumenti ad arco.
Ma già in tempi primordiali compaiono caviglie metalliche battute a mano; e adesso, nella storia relativamente giovane dei pianoforti, le caviglie metalliche sono ormai una cosa acquisita. Tuttavia, per secoli, abili artigiani si sono dovuti destreggiare nel produrre a mano queste caviglie, la cui superficie, nella parte destinata a restare ancorata nel legno, veniva irruvidita con una raspa, per aumentarne la tenuta. Con il progresso della metallurgia e dei metodi di produzione, anche le caviglie sono diventate un elemento di alta precisione, costituito da acciaio i particolare resistenza. La testa delle caviglie ha sezione quadrata, leggermente rastremata in forma tronco-piramidale. Tale sezione garantisce un buon innesto nella chiave per accordare, cosa assai importante, dati i forti "momenti di rotazione" negli strumenti moderni. La parte che penetra nel somiere ha invece una speciale filettatura a doppio passo.
Fino al giorno d'oggi, il legno ha dimostrato di essere il materiale più adatto per fare i somieri. La cernita del legno "giusto" dev'essere particolarmente severa ed accurata e rappresenta uno dei tanti "segreti" dei fabbricanti di pianoforti. Solo determinate specie legnose sono atte a sostenere per anni la forte trazione e il periodico lavoro di rotazione delle caviglie, e perciò il legno deve essere anche lavorato in un modo ben preciso. La fabbricazione dei somieri in legno massiccio è stata d'uso comune per secoli.
Ma il continuo incremento della tensione delle corde e i conseguenti maggiori sforzi a cui vengono sottoposti sia le caviglie che il somiere, richiedono un più alto grado di resistenza. Pertanto, le caviglie aumentano di diametro e di lunghezza, dal che discende che i corrispondenti fori verranno trapanati nel somiere sempre più a fondo e sempre più larghi.
Ancora un gradino, che avrà le sue ripercussioni su tutto il settore, è superato dalla Steinway & Sons con l'introduzione dei somieri "a sandwich". Si tratta di somieri costituiti da due o pià strati di legno, tra loro fortemente incollati, la cui caratteristica è di essere meno soggetti a fenditure e deformazioni.
Verso la metà del XX sec. la produzione di pannelli legnosi di vario tipo o consistenza è ormai cosa avanzata, da indurre a proseguire sulla strada aperta da Steinway & Sons, e a perfezionarla, fino ad arrivare a quelli ricavati da pannelli multistrati ad incollaggio speciale.
Un procedimento a sé stante è ideato e brevettato da Wilhelm Arno Schimmel agli inizi degli anni '50 del secolo scorso. Gli strati di legno di faggio incollati tra loro a fibre incrociate, la così importante funzione del somiere, sono caratteristiche di nuovo progresso, che costituiscono ora punti di riferimento nella moderna concezione di come esso deve essere strutturato.